venerdì 17 luglio 2009

Intervento agli Stati Generali

17 luglio 2009. Questo il mio intervento, a nome di Legambiente, agli Stati generali. Se volete c'è anche la registrazione video su C6 TV. Per l'intervento di Maria Berrini (Ambiente Italia, oltre che Legambiente) cliccate qui.
"Grazie al Sindaco Letizia Moratti e al Presidente Roberto Formigoni per averci offerto l'opportunità dell'Expo e per questa occasione degli Stati Generali. Grazie per aver dato voce ad una Milano e ad una Lombardia che è già al lavoro per l'Expo. Per questa "lezione" di ascolto, uno di fianco all'altra, per tutto ieri ed oggi. Un doppio grazie perché ce n'era un gran bisogno, perdonate la franchezza, dopo un anno di spettacolo umiliante ed indecoroso. Non sarà stata tutta colpa vostra, sarà stata tutta colpa d'altri, ma certamente non è stata colpa nostra.
Non nostra che, dall'agosto del 2007, abbiamo creduto nella possibilità di un Expo della sostanibilità, come sta scritto nel Dossier di candidatura, al quale in piccola parte abbiamo contribuito. E che grazie alla sua sostenibilità è stato apprezzato in sede BIE e proprio per questo Milano ha vinto. Non è stato facile ricordarlo e spiegarlo in questo ultimo anno al nostro popolo.
Lungo quest'anno non siamo stati soli. Allo scorso 7 giugno 2008, nel pieno del primo Festival dell'Ambiente, eravamo in 30 mila "In marcia per il clima", con altre 50 associazioni, a costruire il vollaggio della sostenibilità lungo corso di Porta Venezia. Poi in autunno, in Assolombarda e con la Fondazione Cariplo eravamo presenti con tutte le altre associazioni ambientaliste a presentare le proposte per lo sviluppo sostenibile di Milano. Poi ancora a marzo 2009, alla Fiera fa la cosa Giusta, eravamo in assemblea per lanciare insieme ad altre 70 associazioni l'idea di un Expo Giusto e partecipato. Ma abbiamo detto di più, in altrettante lettere di tutti i presidenti di associazioni lombarde e nazionali che sono pervenute sulle vostre scrivanie: che dei temi di "nutrire il pianeta energia per la vita" noi ci siamo sempre occupati, ci occupiamo e ci occuperemo in futuro anche senza l'Expo. Se potremo farlo anche con l'Expo di Milano, tanto meglio.
Legambiente ha presentato 4 proposte e 6 progetti. Ecco alcuni.
Al prossimo Festival dell'Ambiente che speriamo si svolga contemporaneamente a Puliamo il Mondo, vogliamo lanciare con tutte le altre associazioni ed ong di cooperazione l'Assemblea dei Popoli della terra che si tenga a Milano contemporaneamente all'Assemblea dell'Onu sulle sfide del millennio (il Millennium Development goals). A milano i popoli, a New York gli Stati, in un dialogo a distanza, possibile attraverso le nuove tecnologie dell'informazione.
E poi la partecipazione, perchè queste giornate non siano un'occasione isolata: si può in breve tempo attivare una consultazione vera. Non solo con plenarie e la partecipazione universale, ma anche con gruppi di lavoro, documenti tematici, obiettivi a termine. Un esempio? Il governo francesce ha saputo attivare 5 mesi di consultazione nazionale sullo sviluppo sostenibile coinvolgento tutta la nazione. A Milano e solo per l'Expo ne potrebbero bastare 3. Facciamolo!
"Green Life" sarà il titolo della mostra che portiamo a febbraio - marzo 2010 in Triennale, per raccogliere il meglio delle esperienze italiane e straniere di edifici "zero carbon" e persino di quartieri a zero emissioni. perchè questa è la nuova sfida per le città entro il prossimo decennio!
Eppoi la nostra "Kyoto" dal basso. Il Sindaco Moratti ha firmato il Patto dei Sindaci a Bruxelles che si impegnano a ridurre unilateralmente le emissioni del 20% al 2020? Ebbene, non potrà farlo senza di noi cittadini, senza che le famiglie e le imprese lombarde ci mettano la propria faccia e il proprio impegno. Se Telecom ha messo in rete un calcolatore di emissioni individuali di CO2, noi di Legambiente abbiamo messo in rete il sito degli impegni di riduzione: entrate in www.stopthefever.org e scoprirete che a livello nazionale siamo già arrivati a ridurre di 3 milioni di tonnellate le emissioni di CO2, circa il 6-7% dell'obiettivo di kyoto per l'Italia. Cosa potremo fare se le comunità milanesi e lombarde si organizzassero per cambiare le cose!
Sapete, il Mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto se ne abbia generale percezione: il presidente Obama ha promesso di cambiare le case e le automobili degli americani. Milano con l'Expo si propone di cercare di cambiare il nostro modo di nutrirci.
E se Gandhi ci sollecitava: "Sappiate rappresentare il cambiamento che volete", io chiudo con una citazione di Alex langer: "La conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile".

lunedì 13 luglio 2009

Sugli stati generale dell'Expo

Milano, 14/07/2009. Presenti agli Stati Generali indetti da Regione e Comune, ma per partecipare davvero alla realizzazione dell’Expo chiediamo un confronto permanente, trasparente e diviso per tavoli tematici con i soggetti sociali. Questa la principale proposta che Legambiente e tante altre associazioni e ong presenteranno in occasione dei prossimi Stati Generali in programma a Milano il prossimo 16 e 17 luglio. Per l'occasione è stato aperto un sito web: www.legambienteexpo.org.
Ne hanno parlato questa mattina in una conferenza stampa, Andrea Poggio, Vice Direttore Nazionale di Legambiente, Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, Emanuele Patti, Presidente ARCI Milano, Angelo Marchesi, presidente AIAB Lombardia (agricoltori biologici) e Lele Pinardi, presidente di Colomba, il coordinamento delle ONG e delle associazioni di cooperazione della Lombardia.

“Siamo abituati a prendere seriamente le proposte che vengono fatte dal Sindaco e dal presidente della Regione. Il dossier di candidatura illustra un Expo della sostenibilità. Gli Stati generali ci chiedono di partecipare alla realizzazione dell’Expo. – ha detto Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente – Siamo quindi pronti a partecipare, insieme ad altre associazioni, da protagonisti ad un Expo, in linea con le linee guida del dossier, dedicato a “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”, che si caratterizzi come grande evento culturale “leggero” sull'ambiente e capace davvero di avviare Milano verso la sostenibilità. Abbiamo allo scopo presentato ed avviato i primi 6 progetti e le prime 4 proposte.”

Proposta A: percorso di partecipazione.
I rappresentanti delle associazioni intervenute concordano sulla necessità di chiedere a partire dagli Stati generali un percorso partecipativo più vero e completo: con sedi di confronto vero, non fiumi di parole e poi "silenzio, non disturbare il manovratore". Fino ad oggi Expo 2015 ha significato solo sondaggi, necessariamente banali, e liti nei consigli d'amministrazione. Oggi le associazioni hanno chiesto di aprire per l'autunno tre mesi di tavoli tematici, su documenti di piani articolati, a partire dal dossier di candidatura in cui coinvolgere tutti i soggetti sociali e partecipativi con le istituzioni locali. Un esempio? Quello che ha saputo fare il governo francese per le sue scelte legate allo sviluppo sostenibile nell'estate 2007 (vedi www.legrenelle-environnement.fr).

Proposta B: Festival Internazionale dell’Ambiente
In collaborazione con Colomba e il coordinamento delle associazioni firmatarie dell'Appello “Expo Giusto” intendiamo proporre alle istituzioni tutte la seconda edizione del Festival Internazionale dell’Ambiente, all’ultima settimana di settembre, dal 25 al 28. Le associazioni dell’Expo Giusto faranno proprio l’evento partecipando anche con propri appuntamenti all’iniziativa.

Proposta C: Diffusione del biologico locale nelle mense.
A Milano la qualità delle decine di migliaia di pasti serviti nelle mense delle scuole milanesi può fare la differenza: la sfida di nutrire il pianeta comincia dai piatti dei nostri bambini. Per questo Legambiente, insieme ad AIAB, MDC e associazioni di genitori, chiedono alle istituzioni milanesi e lombarde di introdurre nelle ricette i prodotti di agricoltura biologica e di filiera corta (il 'km zero' del cibo che non attraversa mezzo mondo prima di arrivare nel piatto), che significa alimenti più sani, nutrienti e a basso impatto ambientale.

Proposta D: Compensazioni climatiche locali.
A partire dal Festival per l'Ambiente 2009, intendiamo costituire un gruppo di associazioni e Enti capaci di offrire valutazione, calcolo, mitigazione delle emissioni climalteranti generate dagli interventi e dagli eventi e proporre compensazioni, sia con applicazioni di efficienza e rinnovabili che piantumazioni, in più possibile locali.

Legambiente ha poi presentato veri e propri progetti per l’Expo, per una previsione di spesa di 3,2 milioni di euro in 6 anni (a cui si possono aggiungere sino a 15 milioni di aree verdi) che porteremo al tavolo degli Stati Generali:

Progetto 1: Green Life - Costruire Città Sostenibili (già avviato)
Una Mostra Internazionale ed un percorso culturale che si aprirà nel febbraio 2010 alla Triennale di Milano. La mostra durerà 45 giorni, e metterà in mostra i quartieri e le architetture più innovative realizzate nelle città del mondo e in Italia nell’ambito della progettazione architettonica per creare eco-sistemi urbani sostenibili per il pianeta. Intendiamo con questo partecipare alla definizione dei criteri di progettazione per le infrastrutture dell'Expo (vedi scheda).

Progetto 2: Da www.stopthefever.org, il sito web locale degli impegni per la sostenibilità (da settembre 2009)
Un sito web dove i milanesi e i lombardi, grazie ad un apposito CALCOLATORE, potranno inserire i propri impegni per l'ambiente in preparazione dell'Expo 2015. E' rivolto a singoli cittadini, imprese e scuole: a chi decide di andare al lavoro in bici, un'azienda che migliora la propria efficienza energetica, un condominio che annuncia l’istallazione di tetti solari... (vedi scheda).

Progetto 3: Premio Innovazione Amica dell’Ambiente (già avviato)
Allo Expo verranno dedicate le prossime annate del nostro Premio: la Lombardia capace di innovare e di fare impresa è la protagonista dell'edizione di quest'anno titolata “Green Economy: percorsi e soluzioni per un nuovo sviluppo”, e rivolta in particolare ai prodotti e ai progetti dell'eco-edilizia e dell'abitare (vedi scheda).

Progetto 4: Centrale di Mobilità (già avviato)
Il dossier di candidatura evidenzia con precisione come si potrà raggiungere il quartiere espositivo senz'automobili. Ebbene con questo progetto la Fondazione Legambiente Innovazione si propone di creare a Milano la prima Centrale di Mobilità italiana. Un luogo fisico e virtuale in cui poter trovare informazioni personalizzate e servizi innovativi per spostarsi sul territorio, dove poter acquistare abbonamenti e offerte di viaggi integrati, noleggiare auto, bici, pubblici e privati (vedi scheda).

Progetto 5: Il Parco dell’Expo (già avviato)
Il progetto di compensazione ecologica “Parco dell’Expo” si propone di vincolare a 'trasformazione ecologica' una superficie di territorio doppia rispetto a quella del suolo che verrà utilizzato per creare i quartieri espositivi, che deve essere acquisito e 'rinaturato' attraverso un intervento di carattere forestale, con onere a carico della trasformazione urbanistica. A ridosso dell'area Expo esiste un vasto ambito di 750 ettari, quasi totalmente Parco Agricolo Sud Milano ed innervato da una fitta trama di vie d'acqua, che si presta a dare corpo al “Parco dell’Expo”: un grande 'sistema verde' di 150 ettari di prati, filari, boschi e siepi che lo colleghino a Milano, potendo contare sulla animazione da parte delle associazioni locali, sulla collaborazione delle imprese agricole e su standard di qualità di progetti e interventi quali quelli realizzati fino ad oggi dal CFU – Boscoincittà di Italia Nostra (vedi scheda).

Progetto 6: Ecoturismo per l'Expo
Legambiente è da anni impegnata nella diffusione della certificazione dell'accoglienza turistica: allo scopo ha definito due progetti, uno per Milano ed uno per la ricettività diffusa nel Parco Sud, in vista dell'Expo con lo scopo non solo di qualificare dal punto di vista ambientale l'esistente, ma anche creare una nuova offerta convertendo le strutture edilizie esistenti, in città e nell'hinterland agricolo (vedi scheda).

sabato 25 aprile 2009

A proposito di “sondaggio” sul dopo Expo

  1. Non ho niente contro i sondaggi. Ma il sondaggio come forma di consultazione delle scelte di governo, oltre ad alludere ad un potere concentrato nelle mani di un sol uomo, rischia di darci un'idea assai distorta delle aspettative di Milano dall'Expo. Eppoi, cosa si “vota”? Stando alle anticipazioni dei giornali (vedi in proposito anticipazioni de Il Giornale) si dovrà scegliere tra nuovo ortomercato, nuovo tribunale o cittadella dell'innovazione. Ultimo tema, come alla maturità, quello libero. Non saprei cosa votare. Non riesco ad immaginarmi una città senza frutta e verdura, così come senza giustizia. E un voto raccolto così non sarà di grande utilità per il decisore.
  2. Cosa fare allora? Una consultazione vera, anche con sondaggi, ma ponendo domande diverse alle professioni, alle categorie economiche, alle forze sociali, ai rappresentanti istituzionali e anche alle associazioni. Un centinaio di associazioni e di ONG di cooperazione stanno in questi giorni chiedendo al Commissario, al Sindaco di Milano e ai Presidenti di Provincia e di regione di insediare la “Casa delle Associazioni” e il “Centro per lo sviluppo sostenibile” di cui hanno in animo di far parte (vedi qui).
  3. Ma prendiamo per buona la proposta di una consultazione e cerchiamo di dire la nostra. Primo suggerimento: prendetevi il tempo di consultare davvero e di raccogliere buone idee sul da farsi. Si è perso un anno, ora non si può decidere in una settimana. Sì, ci vuole il tempo di spiegare meglio il “come” più ancora che il “cosa” metterci nel “buco” liberato dall'Expo a fine 2015. L'Expo non potrà risolvere il problemi della Milano di oggi e di domani, ma potrà contribuire ad una Milano più bella se gli interventi fatti in suo nome esemplificheranno nuovi modi di disegnarla, di costruirla e di viverla (una proposta di come lavora una consulta la trovi qui).
  4. Prendiamo ad esempio l'ipotesi di un nuovo ortomercato (ipotesi n. 1, sembra). Oggi ha tanti problemi: connessione con reti di trasporto, vive alcune ore al giorno, criminalità organizzata, mal gestito, struttura relativa recente, ma pensata male. Bene, come disegnarla perché quei problemi (ed altri ancora) non si ricreino in altre parti della città? Partiamo dal traffico e dal trasporto delle merci in ambito urbano: si può pensare ad un raccordo ferroviario (per le merci che giungono al mercato) e ad un operatore ferroviario che si organizzi in proposito? E il trasporto in città e in provincia, ai negozi e ai supermercati? Uno delle cause prime di inquinamento e di incidentalità a Milano? Altre città si sono dotate di soluzioni illuminate e più sostenibili (l'architetto Maria Berrini ha analizzato i casi di Stocolma, Amburgo, Graz). Alcuni embrioni di progetti sono allo studio anche per Milano. Alcune soluzioni, che io sappia, si sono adottate in Italia in alcune medie città e nel centro storico di Genova. Un bel tema. Che può fare da parallelo alla proposta – suggestione di Legambiente per il quartiere degli espositori, contiguo a quello dell'esposizione, di costruire il primo grande quartiere senz'auto d'Italia (vedi spot in proposito).
  5. Seconda questione: gli orari. L'ortomercato vive dall'alba sino a metà mattina. Come fare a farlo vivere anche nel pomeriggio e a sera? Nel dossier di candidatura si parla di città del gusto: un quartiere di ristorantini vive soprattutto a sera, è vero, ma in nessuna città al mondo lo troviamo in una città inventata circondata da ferrovie ed autostrade come il quartiere dell'Expo. Si deve quindi pensare ad una parte dell'area che diventa città, anche residenziale. E come potrà convivere con l'ortomercato? Si possono pensare ad altre funzioni? La formazione, lo sport, la musica, ad esempio?
  6. Non c'è dubbio che l'ortomercato ricostruito in una zona vissuta della città potrebbe aiutare a debellare la criminalità e assicurare sicurezza e legalità: ma persino il disegno del nuovo quartiere deve essere pensato per garantire la fruibilità e la sicurezza in tutte le 24 ore.
  7. I criteri di costruzione: Legambiente sta lavorando da un anno perché con l'Expo si inseriscano nella normativa e della pratica del progetto e del costruito il criterio “zero carbon, per riprendere la terminologie inglese. In Gran Bretagna infatti dal 2017 qualsiasi abitazione non dovrà più emettere (per riscaldarsi o raffrescarsi) alcun gas serra: solo efficienza energetica, solare e rinnovabili in genere. Chiediamo analoghi criteri per il quartiere degli espositori e per il dopo Expo. Vedi in proposito il progetto che stiamo realizzando con la Triennale di Milano.
  8. La compensazione ecologica preventiva. Legambiente ha proposto e sta raccogliendo firme per una legge regionale di iniziativa popolare che obblighi chiunque costruisca, oltre al rispetto degli standard, di investire ad attrezzare biodiversità (boschi), verde fruibile o verde agricolo, almeno il doppio della superficie costruita. E il tutto, prima di aprire il cantiere (vedi in proposito). E' già legge in Germania, grazie all'allora ministro Angela Merkel. Chiediamo la stessa cosa per l'Expo. Decine di milioni di euro da investire in cintura verde in e attorno Milano. Crediamo che si possano trovare volontari (ci candidiamo) e sponsor per incrementarlo anche oltre a quanto saranno obbligati i fortunati che hanno avuto, grazie all'Expo, trasformati da verde ad edificabile le loro aree.
  9. Cosa fare al posto dell'Ortomercato attuale? Stando ai giornali si parla solo di perequazione: cioè, mi costruisce l'ortomercato e in cambio avrai tante belle volumetrie sull'interessantissima area del mercato attuale. A nostro parere c'è tanto spazio, ma proprio tanto, per garantire anche e soprattutto una spina verde che dalle aree agricole del Parco Sud Milano si inserisca nel cuore della nuova città di Milano che sta sorgendo a Sud Est: i grandi quartieri e i grandi spazi non occupati dalla nuova Rogoredo, sono lì a gridare vendetta sulla leggerezza delle scelte del precedente Sindaco di Milano Gabriele Albertini.

venerdì 10 aprile 2009

10 aprile: un anno per un AD della società Expo

Ieri si è riunita l'assemblea della società di gestione dell'Expo. Una volta risolta la spinosa questione dello stipendio del nuovo amministratore delegato (si acconteterà di 300 mila euro e non di 700!), sembra tutto risolto. Sembra, perchè ancora non si sa nulla delle deleghe e di come va la capitalizzazione. Insamma, non si sa ancora quando la società sarà operativa. Ma l'accordo politico sembra fatto, torna l'armonia tra le istituzioni (salvo la Provincia, c'è la campagna elettorale) e tornano le dichiarazioni di apertura da parte del Sindaco Letizia Moratti.
Esce il mio intervento, a nome di Legambiente, sul Corriere della Sera (scaricalo qui).
Ecco le dichiarazioni all'agenzia Ansa del sindaco: "Ora che la società è diventata operativa pensiamo di far partire anche una consulta cittadina, perché è opportuno e necessario il coinvolgimento più ampio possibile sulle scelte che la società adotterà." E poi: Vediamo di fare una consultazione su quello che potrà rimanere alla città dopo Expo. Certo è che ora ci dedicheremo sempre più a costruire un percorso partecipato con tutta la città."
Ci dobbiamo credere?

lunedì 6 aprile 2009

A più di un anno dall'assegnazione dell'Expo

E' passato poco più di un anno da quando Milano e l'Italia ha conquistato l'Expo. E il ballo indecoroso sulle poltrone della società che dovrebbe governare l'investimento non è ancora finito. Anzi, assistiamo persino a qualche scadimento polemico sui compensi degli amministratori e sulle pregiudiziali personali: basti pensare a Paolo Glisenti, passato in un anno da grande regista della vittoria milanese a capro espiatorio di ogni male.
La nostra delusione non è provocata dallo scontro politico tra diverse concezioni dell'Expo. Quello che è sembrato vincente nel Dossier di candidatura e quello che si sta facendo faticosamente strada tra le ristrettezze dei bilanci di crisi oggi. Quello che il sindaco Letizia Moratti cerca di ricondurre al titolo (“nutrire il Pianeta ed energia per la vita”) e che descrive come un grande evento culturale capace di unire i popoli della terra nell'anno target delle sfide del millennio. E quello che il ministro Castelli ha esemplificato bene in una recente trasmissione televisiva, come una grande scusa per costruire grandi infrastrutture (sottinteso autostradali). E così l'Expo che doveva costare 4 miliardi (di metropolitane e un piccolo quartiere modello), oggi ne costa 14 con tre autostrade. Come se la crisi di oggi necessitasse di risposte statali come quelle degli anni Cinquanta.
Anzi, se di scontro culturale si trattasse, ci sentiremmo a nostro agio. Avremmo la nostra da dire, sapremmo da che parte stare. Se il problema fosse oggi chi rappresenta Milano e, soprattutto, cosa vuole Milano dall'Expo mentre il sindaco, ad un anno dai trionfo di Parigi, deve nominare il suo unico rappresentante nella società di gestione, avremmo molto da dire: come, ad esempio, si fa a costruire una nuova città sostenibile, culturalmente ricca e quindi solidale, accogliente e quindi orgogliosa, capace di un nuovo equilibrio territoriale con il circondario agricolo, esempio per le altre città e paesi in Italia e nel mondo. Come sta riuscendo a molte altre capitali d'Europa. Con la scusa dell'Expo si può fare tutto questo. Si può fare Milano capitale della sostenibilità ambientale.
Se invece Milano (e l'Italia) si presenterà con il cappello in mano ad un vertice di partito, per implorare qualche esponente politico a pigliarsi la “grana” Expo, per amministrare un po' di cantieri, contesi tra imprese e malavita, allora noi associazioni cosa possiamo c'entrare? Niente. E non vogliamo proprio c'entrarci niente.
Ecco perché questo è l'ultimo appello. Alla classe dirigente milanese e lombarda e al Sindaco di Milano in particolare, che ci chiese al tempo del dossier di candidatura la disponibilità ad una partnership.
Con Libera abbiamo chiesto forme di partecipazione e sensibilizzazione alla cultura della legalità e controllo delle infiltrazioni mafiose. Insieme ad altre associazioni, una trentina, ambientaliste e non, insieme alle organizzazioni non governative italiane impegnate nella cooperazione in tutto il mondo abbiamo chiesto una cosa precisa e ora pretendiamo una risposta altrettanto precisa. Abbiamo chiesto di costituire al più presto il Centro per lo sviluppo sostenibile che deve prendere il posto della torre – grattacielo nel quartiere espositivo. Abbiamo chiesto di creare subito la Casa delle associazioni che, come a Saragoza, possa divenire l'occasione di partecipazione, incontro e scambio della società civile del territorio con i popoli della terra che verranno a Milano nel 2015. Abbiamo chiesto un crescendo di appuntamenti e scambi internazionali che porti davvero l'Expo a divenire la grande assemblea dei popoli della terra in occasione del dibattito Onu sulle sfide del Millennio che si terra in quei mesi tra 6 anni. Abbiamo chiesto di ritrovare lo “spirito” dell'Expo richiamato persino dal Cardinale di Milano, Luigi Tettamanzi, per richiamare l'attenzione sugli ultimi tra i cittadini di Milano, perché anche loro in questi anni di crisi devono sentire che l'Expo può rappresentare una risposta.
Con umiltà e fermezza. Umiltà perché non saranno mai le associazioni e le ONG da sole a fare l'Expo. Ma anche con fermezza, perché in questo anno di mancate risposte e di risse si sta erodendo la fiducia. In quest'anno, tutto e tutti hanno potuto usare l'Expo per ideale o per interesse, per bieco vantaggio o per slancio generoso. Ora la crisi impone, anche a noi, una scelta radicale. Insomma quella disponibilità, ormai non più solo nostra, a sviluppare partnership con Milano Expo chiede risposte chiare e concrete, in mancanza delle quali, ognuno proseguirà per la sua strada, noi ad occuparci di alimentare il mondo e sviluppare energie rinnovabili, altri a costruire autostrade. E vedremo quanti dei 29 milioni di visitatori verranno a percorrere.

domenica 5 aprile 2009

Le associazioni insistono: siamo noi l'Expo vero

I partiti d'opposizione, con i loro gruppi consigliari, mostrano i primi importanti segnali di interesse per le posizioni espresse dal coordinamento delle associazioni. Il Partito democratico cerca candidati da proporre per il Consiglio d'amministrazione della società che dovrebbe gestire l'Expo: una nomina spetterebbe infatti al Comune, quella lasciata libera dalle dimissioni di Paolo Glisenti. Ma tutti sanno che i partiti di maggioranza hanno deciso, nel "vertice" a casa Berlusconi ad Arcore, che dovrà essere Luigi Stanca, già dirigente IBM, già ministro all'innovazione e attualmente parlamentare di Forza Italia. Giusto però non dare niente per scontato.
I consiglieri Fedrighini (verdi) e Montalbetti (lista Ferrante) hanno invece intrapreso una nuova strada: chiedere al sindaco un "forum civico" con una rosa di personalità delle associazioni cittadine. Botta e risposta sulle pagine milanesi del Corriere della Sera il 26 e il 27 marzo.
Le associazioni apprezzano, ma chiedono una decisione e un riconoscimento istituzionale pieno. Ecco il comunicato stampa:
"Chi verrà nominato a gestire l’Expo 2015 deve rappresentare Milano nel mondo e rispettare il tema centrale contenuto nel dossier della candidatura, “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”. Spetta ai consiglieri comunali assumersi la responsabilità di proporre candidature che siano davvero in grado di rappresentare questo spirito. Questa la posizione espressa nell’ultima riunione dell’assemblea delle associazioni e delle ONG.
Con queste ultime nomine, il coordinamento delle associazioni e ONG chiede che venga posto fine al ballo delle poltrone e al blocco delle attività. Si apprezzano le proposte giunte ad esponenti della società civile ma è giusto che nella scelta del rappresentante di Milano nella società dell'Expo sia rispettato lo Statuto del Comune che prevede appunto proposte del Consiglio e nomina del Sindaco.
Le associazione e le ONG di Milano e della Lombardia faranno la propria parte e sono già impegnate concretamente nella realizzazione dell'Expo con decine di proposte e progetti. Ci siamo recentemente costituiti, nel corso della Fiera Fa la cosa Giusta, come parte del "Centro per lo sviluppo sostenibile - Casa delle associazioni", come già accaduto all'Expo di Saragoza. Ora chiediamo a Governo, Comune, Regione, Provincia e Soge una risposta concreta e ci dichiariamo disponibili fin da ora ad un incontro istituzionale col Sindaco, i presidenti ed i consigli elettivi."

Tunnel sotto Milano: un dossier di Legambiente

"Un'infrastruttura inutile e dannosa, che avrebbe come conseguenza l'aumento del flusso di traffico dalle autostrade verso il centro di Milano". Legambiente bolla l'ipotesi, di cui la stampa è tornata a parlare in questi giorni, di costruire un tunnel sotterraneo che colleghi il polo fieristico di Rho-Pero con l'aeroporto di Linate. Così abbiamo scritto, con Di Simine, al Sindaco Letizia Moratti, all'assessore Simini, da cui dipende l'opera per competenza, e gli assessori Masseroli (urbanistica) e Croci (viabilità). Non siamo riusciti ad avere materiale di prima mano: gli assessori temono polemiche. Ma dai dati emersi sulla stampa siamo stati in grado di elaborare un piccolo dossier.
Abbiamo detto che siamo contrari, pur non potendo leggere alcuna documentazione tecnica, ma fidandoci di quanto scritto dai giornali, perché l'ipotesi di tunnel appare in totale controtendenza rispetto alle intenzioni dichiarate dall'attuale amministrazione comunale di investire sulla mobilità sostenibile, andando nella direzione di limitare la circolazione delle auto di proprietà. Non solo questa infrastruttura non ha nulla a che fare con le opere connesse a quelle previste per l'Expo. "In base a quale logica infatti i visitatori che sbarcheranno quotidianamente a Linate – ci chiediamo – si troveranno costretti a noleggiare un'auto o a salire su un taxi, percorrere il tunnel per poi salire su una navetta che li porterà al quartiere espositivo?. Crediamo invece che la soluzione più intelligente per soddisfare il bisogno di mobilità sia a portata di mano: basterebbe potenziare il passante ferroviario che collega Segrate con Rho".

Il costo stimato del tunnel, inoltre, si aggira attorno ai 2 miliardi di euro, di cui 800 milioni proverrebbero da fondi pubblici e i restanti 1,2 miliardi da capitali privati. In base ai calcoli di Legambiente, per rientrare solo degli interessi sull'investimento, i privati dovrebbero far pagare alle auto in transito (secondo il progetto: 8.000 veicoli al giorno) un pedaggio paragonabile a alla cifra che si spende oggi per percorrere lo stesso tragitto in taxi. Quanti automobilisti sceglieranno di pagare una simile cifra e quanti invece preferiranno l'ordinario caos urbano?

La strada da seguire è quella di potenziare i mezzi pubblici e cercare di ottenere lo stesso risultato riducendo il bisogno di automobile nell'attraversamento di Milano da est a ovest. In che modo? Utilizzando la linea S5 del passante ferroviario (Pioltello-Varese), in modo da poterla considerare davvero una linea metropolitana.
Uno scambio ferroviario a Busto Arsizio, infine, potrebbe garantire anche il collegamento tra Linate e Malpensa. Sarebbe sufficiente in questo caso garantire puntualità e interscambio con la linea Malpensa Express.

lunedì 16 marzo 2009

La "decisione" dell'assemblea delle Associazioni

Ecco il documento conclusivo e l'elenco delle associazioni che hanno già aderito:
"Facciamo l'Expo Giusto": oggi sabato 14 marzo, alle 10.30, nel corso della fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili “Fa' la cosa giusta”, l'Assemblea delle Associazioni e delle ONG, costituitasi allo scopo di rendere più incisive e coerenti le attività realizzate rispetto al tema dell'Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”, presenta le sue proposte:

1) la creazione del "Centro per lo sviluppo sostenibile- Casa delle associazioni" un luogo che non sia solo un edificio, ma un'agenzia di progettazione e lavoro in rete a livello sia locale che internazionale, tra associazioni, ONG di cooperazione internazionale, centri di studio e ricerca e tutti gli altri attori impegnanti nello sviluppo sostenibile, fondato sulla sussidiarietà e sulla partecipazione, sulla base di quanto già sperimentato in occasione dell'Expo di Saragoza, che abbia come obiettivo lo sviluppo sostenibile a tutti i livelli, a partire dal locale fino al globale.

2) il riconoscimento istituzionale di questo Centro da parte delle Istituzioni coinvolte. Il Centro infatti rappresenta l'esito di un percorso che parte da lontano e proseguirà sino al 2015 ed oltre, in modo autonomo ed in forte relazione con i territori, le comunità locali e le Istituzioni. Questo percorso costituisce un bagaglio di contenuti, esperienze e competenze sui temi della sostenibilità ambientale, della partecipazione civile e della promozione sociale e culturale che non potrà essere ignorato senza penalizzare l'Expo.

3) Chiediamo che l'impegno di tutti sia coerente con gli obiettivi dichiarati nel dossier di candidatura della nostra città, che rappresenta il vero motivo di interesse per i visitatori dell'evento Expo. Evitiamo che l'Expo sia causa della distruzione di aree agricole e verdi, invasione di cemento e aumento del traffico autostradale, in netto contrasto con i temi ai quali si ispira.

4) La crisi mondiale in corso, non solo finanziaria ed economica, non può non essere al centro della discussione, sia in questa fase di definizione operativa dell'Expo, che in quella dell'elaborazione dei contenuti e delle proposte. In tutto il mondo la risposta alla crisi economica punta su un'economia che non rapini le esigue risorse disponibili, su una nuova agricoltura, su beni e risorse rinnovabili. Per questo motivo rivendichiamo la priorità di lavorare per un Expo della sostenibilità energetica e ambientale, affinchè si programmino investimenti durevoli, che determinino un miglioramento della qualità della vita non solo di Milano e della Lombardia, ma che siano un modello per l'intero pianeta.

5) Accanto al lavoro di tessitura di relazioni e di realizzazione di progetti, ci diamo scadenza per appuntamenti di approfondimento e dibattito in occasione del Festival Internazionale dell'Ambiente in programma nel mese di giugno 2009 e del Festival dell'Alimentazione previsto per il prossimo ottobre.
Noi siamo al lavoro.

Legambiente, Arci, Acli, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Amici della Terra, FIAB - Ciclobby, Coop Chico Mendes, UISP, ACRA, Acli Anni Verdi Ambiente, Ambiente e Lavoro, AIAB, Verdi Ambiente Società, Colomba (Coordinamento ONG Lombardia), IPSIA, Coordinamento Comitati Milanesi, Auser, Libera (Coordinamento associazioni contro le mafie), CoMoDo (Confederazione per la mobilità dolce), ISCOS, Slow Food, ArtiLab, OIKOS.

Le Associazioni e le ONG per l'Expo "giusto"

Sabato 14 marzo, a Fa' la cosa giusta, si è tenuta l'attesa assemblea delle Associazioni e delle ONG (prevalentemente lombarde) "Facciamo l'Expo giusto". E' stata una bella assemblea, un centinaio di partecipanti, tutte le associazioni hanno dovuto dividersi con la gestione degli stand presenti alla Fiera. Il clima e il tenore degli interventi, a mio parere, ottimi: grande sintonia sul messaggio e la sfida da lanciare in questo momento alle istituzioni, responsabilità e preoccupazione nei confronti del vuoto di governo e delle spnte speculative che l'evento favorisce. Anche e soprattutto nel vuoto istituzionale. Ne è emerso un documento conclusivo che pubblichiamo nel successivo post.
Ineccepibile nella conduzione Filippo Solibello, giornalista RAI-Caterpillar, che ha dato la parola prima a Paolo Petracca (Acli), Andrea Ferrante (Aiab, agricoltori bio), Andrea Poggio e Damiano di Simine (Legambiente), Lele Pinardi (CoLomba, ong cooperazione), Giovanni Pucci (Auser). Poi è stata la volta degli interventi istituzionali: a fare da ponte Marco Frey della Fondazione Cariplo, che ha ricordato l'impegno all'incontro tra forze della società civile e le istituzioni. Poi è stata la volta di Bruno Ceccarelli (presidente Commissione Ambiente della Provincia) che ha promesso un riscontro da parte della Provincia, in scadenza e prossimamente al voto. Franco Picco, direttore dell'Arpa, delegato dalla Presidenza della Regione, ha ricordato il lavoro oscuro che le istituzioni stanno facendo in preparazione dell'Expo, anche in assenza della società di gestione. Anche dalla regione attenzione alle associazioni. E il Comune? Il sindaco ci ha detto che non sarebbe potuta venire due giorni prima, troppo poco per trovare un sostituto: il capogruppo del PD in Comune, presente all'incontro ha dichiarato all'Ansa: "inviteremo noi in consiglio le associazioni per presentare queste problematiche che condividiamo".
Una morale da trarre all'incontro? Buona la sintonia tra le associazioni, deludente la presenza istituzionale, ma il cuore della questione è apparsa chiara a tutti: le associazioni e le ong sono pronte a fare la propria parte, ma da sole non vanno lontane, così come le istituzioni da sole, gli intellettuali che rispondo all'appello del Corriere delle Sera da soli, le imprese di Assolombarda da soli... da soli l'Expo, anche se si farà, sarà un'occasione persa.

venerdì 13 marzo 2009

Un tunnel autostradale tra Linate e l'Expo?

Ci sono già le imprese appaltanti (capofila la Torno). C'è già la stima di denaro pubblico da richiedere (800 milioni di euro che non ci sono, poi la differenza la si può pretendere in corso d'opera). C'è la scusa dell'Expo. Una pura scusa, perché di questa mega autostrada urbana sottorranea non c'è traccia. E il comune si appresta ad affidare i lavori a trattativa privata (vedasi articoli su Repubblica e Corriere).
In attesa di una uscita pubblica che sto studiando con Damiano per la prox settimana, mi domando solo una cosa: non si era deciso di NON costruire parcheggi ad hoc per il nuovo quartiere dell'Expo? Che chi arrivava in auto avrebbe dovuto lasciarla lungo le autostrade a qualche chilometro e sarebbe poi stato portato sul posto con navette? E se invece c'è il tunnel, il povero visitatore dell'Expo cosa fa? Sbarca a Linate, trova una flotta di taxi e di auto a noleggio che lo attendono, per guidare in un panoramico tunnel sino alla Fiera? Eppoi torna indietro per parcheggiare e riprendersi la navetta? Il tutto a pedaggio? Il tutto pronto per il 2015?
Mi stupisce poi che l'Assessore Masseroli ci creda. O, peggio, che glielo facciano credere. Gli telefonerò.

lunedì 9 marzo 2009

Oggi questi i "cantieri" Legambiente per l'Expo

Ecco riassunti i progetti che Legambiente ha aperto per contribuire all'Expo:
  1. Green Life, costruire città sostenibili: percorso - mostra da febbraio 2009 a febbraio 2010 per aiutare a definire i criteri progettuali dei nuovi quartieri.
  2. Premio Innovazione Amica dell'Ambiente dedicato all'abitare in Lombardia.
  3. Proposte sperimentali di compensazione ecologica preventiva, sostenute da una proposta di legge regionali di iniziativa popolare.
  4. Progetto di Parco dell'Expo vicino alla Fiera e lungo le via d'acqua (Villoresi).
  5. Progetto di Centrale di Mobilità a Milano e proposta di quartieri senz'auto.
  6. Proposta di compensazione dei gas climalteranti provocati dall'Expo e dagli eventi preparatori.
  7. Proposta di funzionamento della Consulta Ambiente dell'Expo.
  8. Partnership del Festival Internazionale dell'Ambiente 2009: in corso di definizione.

Assemblea "Facciamo l'Expo giusto"

"Facciamo l'Expo giusto. Partecipato, Equo, Sostenibile, le Associazioni e le ONG presentano il loro progetto per l'Expo 2015" è il titolo anche di un incontro che si terrà presso la Fiera di "Fa' la cosa giusta" (Fiera Milano City) sabato 14 marzo mattina (ore 10, 30 - 13). In quell'occasione avremo l'opportunità di rappresentare e condividere idee, proposte ed esperienze che rappresentano gli obiettivi più profondi dell'Expo (Nutrire il pianeta, energie per la vita). Ecco il programma:

Sala Bolaffi, Fieramilanocity - ingresso Scarampo 14, Pad. 2 (vicino alla sezione Monelli e Ribelli)
La società civile è al lavoro!
Modera: Filippo Solibello (Radio Rai, Caterpiller)
Intervengono:
1) Associazione partecipazione
2) Associazione agricoltori
3) Associazione Ambientalista
4) Ong
5) Volontariato
Il dialogo con le Istituzioni
Intervengono:
Fondazione Cariplo (Marco Frey)
Comune di Milano (Sindaco Letizia Moratti, in attesa di conferma)
Provincia di Milano
Regione Lombardia
Seguiranno: interventi delle associazioni e dal pubblico
In marcia verso Expo 2015
Presentazione della carta d'intenti e i prossimi appuntamenti del coordinamento

Ci troviamo in assemblea il 14 per le seguenti ragioni:
1) chiedere un riconoscimento istituzionale del lavoro che facciamo e faremo: che si chiami "Casa delle associazioni" come è stato per l'Expo di Saragoza o Centro per lo sviluppo sostenibile, poco interessa. L'importante è che sia il luogo riconosciuto della sussidierietà e della partecipazione.
2) che quanto faranno e promuoveranno le istituzioni in vista dell'Expo sia coerente con gli obiettivi del titolo dell'evento: la distruzione di aree agricole e verdi, l'invasione del cemento e del traffico autostradale non aumenteranno i visitatori interessati all'Expo! Dobbiamo al contrario costruire proposte e progetti di riequilibrio locale e mondiale tra città e campagna, tra risposta ai nuovi fabbisogni energetici e offerta di efficienza e di rinnovabili pulite.
3) le istituzioni e la politica ritrovino lo spirito iniziale dell'Expo, quello che ha portato Milano a riscuotere l'interesse della comunità internazionale.
Speriamo proprio di essere in tanti.

6 marzo 2009: un comunicato stampa sulle infrastrutture

Anche alcune associazioni che ancora non aderiscono al nuovo Coordinamento "Facciamo l'expo giusto" prendono posizioni sulle infrastrutture previste dall'Expo: ecco il comunicato stampa di Associazione Italiana degli Analisti Finanziari (AIAF) gruppo di studio Expo 2015, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori Milano e Lodi, Coldiretti, Istituto per la Tutela e la Valorizzazione dell’Agricoltura Periurbana (ISTVAP), Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Lipu, WWF Italia.
Vorrei sottolineare in particolare i punti del comunicato stampa che sottolineano la sostanziale identità di vedute con quanto da sempre sostenuto da Legambiente. Anche quando per iniziativa della Provincia di Milano, della Regione Lombardia e poi del nuovo governo Berlusconi (da giugno 2008) si sono infilate del decreto sull'Expo ben 3 grandi autostrade prima non previste negli stanziamenti per l'esposizione. Ecco in sintesi i punti di consonanza:
  1. Privilegiare la mobilità non automobilistica. Secondo Legambiente si dovrebbero eliminare totalmente gli investimenti pubblici sulla Brebemi e dirottare sul trasporto ferroviario e sulla viabilità ordinaria (eventualmente pedaggiando questa) Pedemontana e nuova Tangenziale Est.
  2. No alle vie d'acqua, sì al ripristino e valorizzazione del reticolo di canali e corsi superficiali esistenti o abbandonati, come dichiarammo nelle osservazioni dell'agosto 2007 e come furono parzialmente introdotte nel dossier di candidatura.
  3. Sì al recupero pieno e multifunzionale delle cascine e delle imprese agricole di Milano e della cintura (rete dei parchi a cominciare dal Sud Milanese).
Ottimo, speriamo sia l'inizio di un percorso non più solo parallelo, ma unitario.

Appello di 100 associazioni: Facciamo l'expo giusto

"Facciamo l'Expo giusto" è il titolo di un appello che circola da un paio di mesi e che è stato reso pubblico da Repubblica domenica 8 marzo. Un centinaio di associazioni, alcune già coordinate tra loro, hanno deciso di partire con la preparazione l'Expo 2015 sui temi "Nutrire il pianeta, energie per la vita". Per la semplice ragione che, su questi temi, le associazioni, le ONG di cooperazione, i volontari che rappresentiamo hanno da sempre lavorato e da qui al 2015 continueranno a lavorare. Con le loro relazioni locali e internazionali, con le iniziative di solidarietà e di approfondimento che organizziamo, con progetti di intervento di emergenza e di promozione di una sviluppo duraturo e sostenibile. Per il 2015 abbiamo deciso di coordinarci, rendere più coerente e potente la nostra attività. Lo scopo, dichiarato nell'appello, è partecipare secondo le nostre convinzioni all'Expo e cercare di costruire, come nel corso dell'Expo di saragoza dedicato all'acqua, una Casa delle associazioni. Una "casa" virtuale, come luogo di coordinamento locale e di incontro tra i popoli dell'Expo, messa in comune di progetti e proposte. E, nel 2015, un luogo per partecipare direttamente all'esposizione.

16 febbraio 2009: "costruire città senz'auto"

Bello e interessante l'evento che il 16 febbraio ha lanciato il progetto "Green Life": alla Fondazione Catella a Milano, in un convegno affollato, sono stati presentati il dossier "Costruire città senz'auto" e il progetto di mostra internazione che si aprirà tra un anno alla Triennale di Milano. Il dossier in primo luogo: si tratta di una breve rassegna di quartieri di una ventina città del mondo intero, ristrurati o costruiti nuovi con lo scopo di essere vissuti con un bassissimo tasso di motorizzazione. Ecco la suggestione: la rivoluzione automobilistica è nate nelle città un secolo fa, così ora la civiltà post automobilistica nasce dalle città. Perché proprio nelle città si comincia a poter fare a meno dell'auto privata, con un gran miglioramento della qualità della vita. E così sappiamo che nel distretto di Vauban a Friburgo, un'area che comprende circa 2.000 edifici, non ci sono parcheggi liberi per le auto. Chi ne possiede una deve contribuire al costo delle infrastrutture che l'uso dell'auto richiede. Oppure nel quartiere GWL Terrein di Amsterdam, tra un edificio e l'altro invece di strade carrabili e parcheggi ci sono sentieri, piste ciclabili e prati. Sul sito di Green Life si trovano il dossier, le slides degli interventi, le foto. Cliccare per scaricare il comunicato stampa e due bei articoli del Corriere e Repubblica.
Al convegno sono intervenuti Edoardo Croci, assessore all'Ambiente del Comune di Milano, Manfredi Catella, amministratore delegato Hines Italia, società impegnata nella rigenerazione dell'area Porta Nuova, Fabio Casiroli, visiting professor DPA al Politecnico di Milano, Maria Berrini, presidente dell'Istituto Ambiente Italia, Aldo Colonetti, direttore scientifico dello IED e Andrea Poggio, presidente della Fondazione Legambiente Innovazione.

16 febbraio 2009: parte Green Life, costruire città sostenibili

Parte proprio nel giorno dell'anniversario del Protocollo di Kyoto, il progetto "Green Life: costruire città sostenibili". Il progetto, promosso da Legambiente, Triennale di Milano e l'Istituto Ambiente Italia, durerà un anno e si concluderà con una grande mostra internazionale che sarà visitabile a febbraio e marzo 2010.
“Green Life” è quindi una mostra e un percorso culturale.
La mostra alla Triennale di Milano, durerà 45 giorni, e occuperà tutta la curva al piano terra, metterà in mostra i quartieri e le architetture più innovative realizzate nelle città del mondo e in Italia.
Sarà anche un percorso culturale, perché la ricerca e i criteri di scelta della mostra saranno segnati da un anno intero di appuntamenti, incontri, momenti di formazione, confronti. A cominciare dal primo appuntamento, "Costruire città senz'auto", tenuto proprio all'avvio presso la Fondazione Catella a Milano.
Un percorso capace di influenzare la Milano e l'Italia dell'Expo 2015 “Nutrire in pianeta, energia per la vita”: è noto infatti che Legambiente vorrebbe contribuire a definire i criteri di progettazione delle infrastrutture direttamente connesse all'Expo.

14 febbraio 2009: Legge Regionale contro il consumo di suolo

Parte la raccolta firme per una Legge di iniziativa popolare in Regione Lombardia, per iniziativa di Legambiente Lombardia “Norme per il contenimento del consumo di suolo e la disciplina della compensazione ecologica preventiva”. La campagna si intitola: “Metti un freno al cemento, costruisci natura” e ha lo scopo di condividere con tutte le cittadine e i cittadini della Lombardia un impegno a fermare il consumo indiscriminato di suolo.

Al centro della campagna c'è una proposta di legge regionale di iniziativa popolare: , per la quale Legambiente si impegna a raccogliere almeno 10.000 firme che verranno depositate in Regione. Uno degli obiettivi della legge è ottenere un riconoscimento giuridico fondamentale e per ora assente nelle leggi del nostro Paese: il suolo è un bene comune.

E' evidente che Legambiente intende, in occasione dell'Expo, sperimentare fattivamente il possibile funzionamento della legge: per tutto il suolo agricolo o verde che verrà occupato dalle infrastrutture necessarie all'evento, si dovrà dimostrare di non poter usare aree già occupate e si dovrà "costruire" natura (verde agricolo, boschi, biodiversità...) in misura proporzionale e nell'area o nelle aree contigue a quelle costruite.

martedì 3 marzo 2009

16 novembre 2008: compensazione ecologica, preventiva

Il grande esperimento che vorremmo vedere in azione in occasione dell'Expo è quello di un progetto che si prefigga di non determinare nuovi consumi di suolo, la risorsa naturale più preziosa per una grande metropoli. Il meccanismo, già operante nelle legislazioni di altri paesi europei (ad esempio in Germania), mira a determinare una responsabilità, in capo ai progetti di trasformazione del territorio, nei confronti del valore ambientale e paesaggistico del suolo. Per essere tale, la compensazione deve avvenire contestualmente e in un ambito territoriale ad essa prossimo, deve aumentare in via definitiva il valore ecologico-ambientale dei suoli oggetto di compensazione in misura proporzionale alla dimensione della perdita di risorsa.
Come si concretizza la compensazione ecologica dell'Expo, secondo la proposta messa a punto da Damiano Di Simine? L'expo determinerà un'inevitabile copertura di suolo, facilmente misurabile fin dalle fasi delle progettazioni preliminari. Il progetto si propone di vincolare a 'trasformazione ecologica' una superficie doppia di territorio, che deve essere acquisito e 'rinaturato' attraverso un intervento di carattere forestale, con onere a carico della trasformazione urbanistica. La superficie di 'nuova natura' può sviluppare un progetto di 'nuovo paesaggio' che può tradursi in una grande operazione di 'landscape restoration' ('il parco dell'Expo') dello spazio rurale, che sottolinei e enfatizzi il significato e la vocazione dell'agricoltura periurbana, e che pertanto sviluppi empatia con il tema dell'Expo 'nutrire il pianeta'. E' possibile valorizzare i nuovi paesaggi costruiti attraverso la compensazione ecologica solo se gli interventi forestali vengono attuati in via preventiva, per sfruttare ogni stagione vegetativa che ci separa dall'anno 2015. Si tratterebbe, per le opere strettamente connesse all'Expo di una superficie di bosco pari a ca. 200 ettari, corrispondenti alla piantagione di 250.000 alberi. Il costo dell'intervento forestale può essere stimato in circa 3.000.000 euro.

16 novembre 2008: Il Parco dell'Expo e vie d'acqua

A ridosso dell'area Expo esistono due ambiti, ricadenti quasi totalmente entro il perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, che sono stati individuati come aree agricole periurbane da assoggettare a progettazione di dettaglio e che, in quanto tali, si prestano a dare corpo al 'parco dell'Expo'. Scaricate qui la proposta elaborata da Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia.
Si tratta de:
  • il PCU (Piano di Cintura Urbana) Ovest, in comune di Milano, comprendente Boscoincittà, Parco di Trenno, Parco delle Cave e ampie estensioni agricole intercluse e poste all'interno della Tangenziale Ovest.
  • il Parco dei 5 comuni, nei comuni di Milano, Cornaredo, Pero, Rho, Settimo Milanese, comprendente un'area agricola ancora sufficientemente compatta, ricompresa nel Parco Agricolo Sud Milano e adiacente – attraverso la discontinuità costituita dalla Tangenziale Ovest – al PCU Ovest.
Questi due comparti (un migliaio di ettari) sono entrambi attraversati dalle infrastrutture idriche che dovrebbero andare a comporre la 'Via d'Acqua' secondo lo studio di fattibilità idraulica recentemente redatto e presentato dal Consorzio Est Ticino – Villoresi.
Quest'area, senza perdere le sue attuali prerogative di agricoltura produttiva, può essere 'attrezzata ecologicamente' per diventare il grande parco dell'Expo.
Su queste aree insistono anche progetti delle associazioni: oltre al cantiere permanente attivato fin dagli anni '70 da Italia Nostra con il Centro per la Forestazione Urbana, Legambiente Lombardia ha appena avviato un progetto finanziato dal bando europeo Urban per lo sviluppo e l'animazione sociale del Parco dei 5 comuni.
Gli interventi per dare corso alla progettazione e attuazione del grande parco dell'Expo sono, per quanto riguarda gli interventi forestali e di rinaturazione, quelli derivanti dall'effettuazione delle COMPENSAZIONI ECOLOGICHE PREVENTIVE e, per quanto riguarda gli interventi destinati alla fruizione e al cicloescursionismo, quelli derivanti dallo sviluppo del progetto VIA D'ACQUA in connessione con i RAGGI VERDI. La collaborazione con gli imprenditori agricoli è inoltre l'elemento su cui innestare un progetto di valorizzazione e generazione di ACCOGLIENZA RURALE, utile anche a far fronte ad una parte della domanda turistica che l'Expo appare destinato a determinare.

27 dicembre 2008: la gestione ambientale degli eventi

La gestione ambientale di un evento (specie se complesso e della durata di anni) fa parte integrante della sua progettazione, della sua organizzazione e del suo bilancio.
Quindi la società che lo gestisce deve vedere le competenze ambientali (ben individuate) come parte integrante della sua struttura organizzativa e funzionale.
Vale la pena usare il Festival Internazionale dell'Ambiente per una verifica di possibili metodologie e partner-fornitori in vista dell'Expo 2015.
Nel documento integrale (ora pubblico) propongo alcuni esempi ed esperienze di gestione ambientale di eventi che in tutto o in parte possono essere simili a quelli che vedranno la luce con Milano Expo 2015:
  • Gestione e compensazione ambientale di eventi culturali (ad es. per Festival Internazionale Ambiente), partendo dall'ottima esperienza di Terra Madre, Torino 2008 (attenzione, file pesante, circa 3MB).
  • Valutazione delle emissioni climalteranti e gestione ambientale di Grandi eventi e opere connesse.
  • Gli sponsor degli eventi: criteri etici.
  • Acquisti verdi (Green Procurement).
E' infine importante che nell'organizzazione della Società di gestione, chi si occupa della gestione ambientale faccia parte della progettazione e della gestione degli eventi. Rompendo con la tradizione per cui la gestione ambientale è parte dell'attività di relazione istituzionale e con il pubblico.

30 novembre 2008: una consulta per l'Expo

"Le Consulte e le modalità di consultazione - proposte per Milano Expo 2015" è il titolo di una proposta elaborata da Legambiente per cercare di coniugare la velocità del percorso decisionale con la più ampia e consapevole partecipazione. La proposta viene inviata a Paolo Glisenti. Il testo completo, ora pubblico, si può riassumere nei seguenti punti fondamentali:
  • Principio guida: è meglio instaurare una pratica di decisione e di lavoro trasparente e partecipativa, che sappia cogliere preventivamente i problemi e anticipare i conflitti (che comunque ci saranno), piuttosto che aggiungere tempi e correzioni a posteriori rispetto a delibere o prassi di lavoro avviate.
  • Garantire la verifica partecipata delle decisioni rispetto agli obiettivi socio ambientali definiti nel Dossier di candidatura e ai criteri di sostenibilità.
  • Per questa ragione è indispensabile: a) tempestività e b) massima trasparenza (anzi collaborazione!) con tutti i livelli operativi preposti alla preparazione infrastrutturale e alla gestione dell'Expo.
  • Dovrà garantire la assidua consultazione dei principali soggetti istituzionali e corpi sociali maggiormente interessati e strutturati,
  • ... ma permettere anche l'ascolto del singolo cittadino.
  • Si propone una Consulta ristretta, che lavori con assiduità, e un Forum allargato (prevalentemente internet) con una ssemblea annuale.
  • Si propongono regolamenti di funzionamento a partire dall'esperianza piemontese (Olimpiadi invernali) e dai processi partecipativi di Agenda 21.
Chissà quando si potrà discutere di queste proposte: più tardi parte l'Expo, più ci sarà da recuperare anche sul terreno della partecipazione!

25 novembre 2008: Premio Innovazione Amica dell'ambiente

In occasione dell'edizione 2008 del Premio Innovazione Amica dell'Ambiente Legambiente annuncia che dal 2009 dedicherà una sezione del premio all'edilizia lombarda proprio in riferimento all'Expo e lancia contemporaneamente il progetto Green Life con La Triennale di Milano e l'istituto Ambiente Italia.
Gli edifici italiani incidono su quasi la metà dei consumi energetici complessivi. E a questo impatto
va aggiunto quello prodotto dalle cattive scelte urbanistiche sulla mobilità delle persone e delle
merci. In un'epoca di crisi ambientale ed energetica non può basarsi su questo modello la città del
futuro. Non può basarsi su questo modello una città, Milano, che si è aggiudicata l'Expo 2015. Per chi volesse saperne di più dell'iniziativa, può leggere il comunicato stampa e consultare il sito web del premio.
Il tema dell'innovazione in campo ambientale rappresenta per Legambiente a Milano e in Lombardia uno dei filoni di iniziative in vista dell'Expo.

19 novembre 2008: Centrale di mobilità

La Fondazione Legambiente Innovazione presenta in un affollato workshop in Camera di Commercio il suo primo progetto in vista dell'Expo 2015: La centrale di mobilità. Di cosa si tratta?
Un luogo fisico e virtuale in cui poter trovare informazioni personalizzate e servizi innovativi per spostarsi sul territorio, dove poter acquistare abbonamenti e offerte di viaggi integrati. Un luogo in cui poter acquistare, ad esempio, il biglietto per andare a teatro e allo stesso tempo prenotare l'auto o la bici messe a disposizione dai servizi di car sharing e bike sharing.
Vogliamo creare a Milano la prima Centrale di Mobilità italiana. Perché gli esempi virtuosi che sono nati e si sono sviluppati all'estero, ancora una volta fanno scuola. All'incontro (ecco il programma), infatti, hanno partecipato ospiti stranieri che hanno illustrato il funzionamento e i risultati raggiungi a Francoforte e nella regione austriaca della Stiria (ecco il file degli atti). Due casi che dimostrano come le Centrali di Mobilità siano in grado di modificare le abitudini dei cittadini, incentivando l'uso dei mezzi pubblici e fornendo servizi personalizzati. Al workshop, inoltre, hanno partecipato esponenti delle aziende di trasporto (ATM, AMA Milano, Trenitalia, SEA, Ferrovie Nord, Consorzio Trasporti Pubblici) ed esponenti delle istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione). E' stata questa anche l'occasione per presentare il Progetto di centrale di Mobilità che Legambiente ha presentato alla Fondazione Cariplo e alle Istittuzioni milanesi.
“Il futuro è fatto di integrazione fra tutte le forme di mobilità pubbliche e private presenti sul territorio - dichiara Legambiente -, a partire da un unico centro in cui trovare informazioni ed accedere facilmente a bici e auto a nolo, treni, tram e autobus. La proprietà dei mezzi sarà sostituita dall'accesso, anche in abbonamento, al mezzo più appropriato nel luogo e nel momento in cui serve: così si guarda oltre l'Ecopass e se ne giustifica l'estensione non solo alla città di Milano, ma a tutta la Regione”.
Le Centrali di Mobilità rappresentano una spinta verso la mobilità sostenibile e innovativa. Mobilità sostenibile perché vanno nella direzione di non incentivare il possesso diretto da parte dei cittadini di tutti mezzi di trasporto utili di volta in volta (bicicletta, moto, auto piccola, auto grande), mentre spingono le aziende pubbliche e private a offrire soluzioni di mobilità più comode e utili in base alla necessità. Mobilità innovativa perché permettono di sperimentare nuove tipologie di servizi, come l’attivazione dei mobility manager aziendali e pubblici e dei “ticket mobilità” per i dipendenti.
Tema fondante della nuova mobilità è l’integrazione di tutti i servizi disponibili sul territorio. Ciò che Legambiente chiama Abbonamento alla Città: un’unica tessera con cui viaggiare sul treno, sulla metropolitana e che permette di usufruire del car sharing e del bike sharing.

30 ottobre: Formigoni dimentica le associazioni

Comunicato stampa di Legambiente:
"Expo 2015, Formigoni convoca il Tavolo Lombardia e dimentica le associazioni"
"E' grave il mancato coinvolgimento delle associazioni nei lavori del tavolo sulle opere previste per Expo 2015". Così Legambiente commenta la convocazione, da parte del presidente regionale Roberto Formigoni, della prima riunione del Tavolo Lombardia per iniziare a discutere delle grandi opere previste in tutta la Regione in vista della scadenza dell'evento internazionale. L'associazione sottolinea che il tema scelto per Expo 2015, 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita', è da sempre al centro dell'impegno delle reti di associazioni e ONG lombarde.
"Nelle intenzioni delle istituzioni la progettazione dell'evento internazionale doveva coinvolgere anche i rappresentanti della società civile, che invece alla prima occasione sono state lasciate fuori dalla porta – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia –. Ci aspettiamo che l'assenza delle associazioni alla riunione del Tavolo Lombardia sia un episodio isolato."

23 ottobre: il governo firma il Decreto

Comunicato stampa di Legambiente:
"Milano torni ad essere protagonista delle scelte che riguardano l'evento internazionale, e lo faccia mobilitando in primo luogo la sua società civile. E' questo l'auspicio di Legambiente all'indomani dell'attesa approvazione del decreto che disegna la società di gestione dell'Expo 2015.
Per Legambiente ora occorre recuperare lo spirito iniziale che ha prodotto il dossier di candidatura con cui Milano ha convinto i delegati del Bie.
"Milano ha vinto grazie a un grande progetto culturale legato alle grandi sfide del millennio – dichiarano Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente e Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia –. Dopo mesi di attesa ci aspettiamo che si torni subito a discutere del tema scelto dalla città, Nutrire il Pianeta, Energia per la vita. Non solo Milano, ma l'Italia intera, possono davvero chiamare a raccolta milioni di persone, ma per non deluderne le aspettative occorre subito unire le forze sane della città per dare sostanza a queste sfide sul terreno della qualità agroalimentare e delle energie rinnovabili, che non c'entrano nulla con i progetti di autostrade che porteranno altro cemento sui nostri suoli agricoli".

3 ottobre 2008: si scrive al Sindaco di Milano

Legambiente, Aiab, Acli, Acra, Ambiente Lavoro, Arci, Arciragazzi, Fa la Cosa Giusta, Libera e Terre di Mezzo prendono carta e penna e scrivo al Sindaco per chiedere un incontro: siamo preoccupati dei ritardi e dei contenzioni che si sono aperti tra il governo nazionale e Milano, la società che dovrebbe iniziare a costruire l'evento è bloccata, di progetti per l'Expo non se ne parla. Anzi con la scusa dell'Expo si parla di autostrade, di 500 mila nuovi abitanti a Milano, di nuove costruzioni in tutta la Lombardia, con i relativi accompagnamenti di cave, strade, centri commerciali...
Le associazioni chiedono un "ritorno allo spirito originario" che ha portato Milano alla vittoria di marzo, la richiesta di mettere al centro i temi dell'Expo e un'azione basata sul trinomio “stili di vita - nuovo modello di sviluppo - azione istituzionale”. Alla nostra lettera, il sindaco ci risponde rinviando l'appuntamento a quando saeanno definiti i poteri nella società. Credo abbia commesso un errore.

17 settembre 2008: convegno città europee

Si tiene, presso il circolo della Stampa, il convegno "Città Europee: Sfide e pratiche per la sostenibilità, EXPO come impegno per migliorare le politiche ambientali locali" curato dall'istituto di ricerca Ambiente Italia in collaborazione con Legambiente e con Dexia (invito). Molto interessanti gli interventi delle città dell'Expo, Saragoza e Hannover. Con il caso di Torino, città ospitante delle Olimpiadi invernali, rappresentano degli esempi (particolarmente evidente nel caso di Hannover) di città che hanno saputo sfruttare grandi eventi per diventare più belle e sostenibili. Il vicesindaco di Hannover, Hans Mönninghoff, ci ha raccontato di come avesse indetto a nome dei verdi un referendum contrario all'Expo, e solo dopo averlo perso è entrato in maggioranza e guidato da assessore all'ambiente la città ad ospitare l'Expo 2000. La sua passione è contagiosa, i presenti seguono con grande interesse. Tutti gli atti sono disponibili in questo file compresso. Altrimenti un buon sunto per la stampa qui.

7 agosto 2008, sempre Repubblica pagine Milano

"La autostrade inutile favore agli speculatori"
La gestione dell' Expo resti a Milano, ma la grande rassegna mondiale non deve diventare una scusa per costruire autostrade inutili. è quanto dichiara Legambiente per bocca del vicedirettore generale, Andrea Poggio: «Il governo dell' Expo 2015 deve essere a Milano e allargarsi dalle istituzioni locali alla partecipazione delle forze sociali di Milano, della Lombardia e dell' Italia così come è successo a Torino e al Piemonte con le Olimpiadi invernali». Non si sfrutti il meccanismo, però, per programmare opere che con l' Expo non hanno niente a che fare, come l' autostrada Cremona-Mantova: «65 chilometri che verranno pronti nel 2032. Sembra quasi una presa in giro, ma è questo è l' anno in cui dovrebbe concludersi la realizzazione di quest' opera». Questo perché «a pagarla dovrebbe essere il project financing grazie ai pedaggi. Ma siccome la utilizzerebbero in pochi (oggi si prevede circa 13mila auto al giorno), significa che prima che entrino abbastanza soldi per finanziare gli avanzamenti dell' opera bisognerà aspettare, appunto, un quarto di secolo». Legambiente definisce «far west della speculazione immobiliare» la zona della Bassa interessata da progetti autostradali quali la Cremona-Mantova e la Broni-Mortara. «A immobiliaristi della Pianura Padana e cordate politico-imprenditoriali che l' autostrada venga pronta in dieci o vent' anni è irrilevante, l' importante è che sia disegnata in modo che i terreni della Bassa divengano appetibili per la costruzione di poli logistici, centri commerciali, lottizzazioni residenziali nelle province più agricole della Lombardia».

18 luglio 2008: intervista a Repubblica

"Troppi progetti, si rischia il flop", pagina 2 milanese (integrale):
Un «assalto alla diligenza» che può solo fare male. Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente, guarda preoccupato alla battaglia sull' esposizione del 2015. E scuote la testa: «Ci sono troppi appetiti sull' Expo. E se si aggiungono troppi progetti e si vuole decidere di tutto, si rischia solo di fare le cose male e in ritardo». La sede espositiva a Rho-Pero, ma anche la Brebemi e la Pedemontana. «Appunto. L' Expo rischia di essere come uno di quegli infiniti treni che attraversano Stati Uniti e Australia. Ma più diventa lungo il convoglio, più la locomotiva fatica a tirare il carro delle opere pubbliche che tutti vogliono aggiungere. Finisce come la Legge obiettivo: era nata per fare le venti opere fondamentali per lo sviluppo dell' Italia, sono diventate già 200 a dividersi le poche risorse che ci sono». Il rischio. E l' antidoto che propone? «Sta scritto nel dossier di candidatura. Lì sono indicate tutte le opere necessarie per l' Expo per una spesa di quattro miliardi di euro. E sono descritti anche i lavori utili a connettere la viabilità alla Fiera, svincoli e raccordi ma anche il potenziamento delle linee ferroviarie e della stazione di Rho, le metropolitane, le piste ciclabili, i parcheggi lontano dall' area espositiva. Si dimentica spesso che all' Expo non si potrà arrivare in macchina: gli unici parcheggi previsti saranno agli svincoli autostradali e poi si dovrà prendere una navetta elettrica. Questo dice il dossier ufficiale presentato al Bie. Le autostrade di cui si vuole riempire la Lombardia, invece, se servono davvero sono per la Lombardia e non per l' Esposizione». Il dubbio è che lo dica solo perché gli ambientalisti le autostrade non le amano mai. «No. Ricordo soltanto che ci sono cose che sono indispensabili per l' Expo, altre che sono state decise in altre sedi e per altri motivi. Mischiare tutto crea solo confusione». E non aiuta a decidere e a fare. «Esatto. Creando anche ovvi problemi di risorse. è già dimostrato adesso che i quattro miliardi delle opere indispensabili si fa fatica a trovarli, e contemporaneamente si parla di 10 miliardi per le nuove infrastrutture lombarde». - g. pi.

12 giugno 2008: scende in campo la Fondazione Cariplo

La Fondazione Cariplo è la più importante e ricca Fondazione di origine bancaria italiana: decide di indire un appuntamento dedicato all'Expo, chiamando a raccolta tutte le associzioni e le organizzazioni no profit della Regione Lombardia. Il messaggio è chiaro: la Fondazione è disposta a fare la sua parte, ma si muove con la società lombarda e con le proprie organizzazioni, a sostegno delle Istituzioni. Il Corriere della Sera il giorno dopo titola: "Il no profit, sull'Expo ascoltate anche noi". Tra gli altri interventi, tutti pubblicati in un ben ospuscola a cura della stessa Fondazione (scaricabile qui, attenzione 1,2Mb), anche da me tenuto a nome di Legambiente, in cui, tra l'altro si afferma: "Nel mondo la popolazione urbana ha appena superato quella rurale, i cambiamenti climatici acuiscono i conflitti e le tensioni sul mercato dell'energia si ripercuotono su quello degli alimenti, rischiando di rendere ancora più difficile sfamare i poveri della Terra. In anni cruciali nella storia dell'umanità, Milano e l'Italia possono – secondo noi - presentare speranze di futuro, soluzioni socialmente desiderabili, prospettive di equilibrio tra urbanizzazione e agricoltura, capaci di produzione equilibrata di cibo e natura. Prospettive frutto sia della nostra cultura secolare del territorio che di nuove culture di governo delle tecnologie di oggi e di domani, che dobbiamo dimostrare di saper proporre.
Con questo spirito Legambiente si è avventurata nell'Expo 2015, accettando la proposta di divenire partner dell'evento, di inviare nostre proposte (parzialmente recepite) per il dossier di candidatura. Non vogliamo negoziare, vogliamo partecipare!" Per leggere tutto l'intervento, scaricarlo qui.

7 giugno 2008: in Marcia per il clima

In "Marcia per il Clima" è stata una grande manifestazione nazionale, indetta da una cinquantina di associazioni italiane, la prima grande manifestazione (60 mila partecipanti) contro i cambiamenti climatici in Italia (vedi sito Legambiente). In Italia ci sono state le elezioni e si sta formando il governo berlusconi. Ma in Europa, dall'inizio dell'anno, è entrata in vigore la direttiva europea così detta del 20-20-20 (20% riduzione di emissioni di CO2, 20% incremento efficienza energetica, 20% incremento utilizzo fonti rinnovabili), che pone l'Italia di fronte ad una grande scelta, dello stesso spessore di quella che più di 10 anni fa fu fatta entrando nella moneta unica europea: da una parte rischiare di pagare salati i ritardi dei nostri governi e dell'industria, dall'altra intraprendere una nuova scelta di sviluppo, fondata sulla sostenibilità ambientale e sociale insieme. Le adesioni sono state alla fine moltissime (vedi).
Dopo i pinguini (vedi foto), uno striscione nella testa del corteo: "Expo ti tengo d'occhio" deciso dalle associazioni milanesi e lombarde. Molte le autorità presenti, alcune decine di sindaci di Comuni che hanno fatto la scelta di sostenibilità, gli esponenti politici, l'assessora all'ambiente della Provincia di Milano Bruna Brembilla e, alla fine del lungo corteo, ci raggiunge anche il sindaco di Milano Letizia Moratti.
Qui si può scaricare l'appello-volantino e la rassegna stampa.

5 giugno 2008: Festival Internazionale Ambiente

Il mese di giugno, in occasione delle Giornata mondiale della Terra, si apre con il Festival Internazionale dell'Ambiente, che nelle intenzioni delle istituzioni milanesi vorrebbe diventare una tappa annuale e in crescendo sino all'Expo 2015. Al convegno di apertura Legambiente interviene con una propria posizione (vedi le slides), in linea con le conclusioni dell'assemblea cittadina di maggio ("Expo, ti voclio sostenibile"), ma in cui si anticipano anche i progetti che Legambiente ha in animo di realizzare per l'Expo: la partecipazione diretta dell'associazione alla compensazione ecologica preventiva, alla decisione dei criteri di progettazione degli edifici e del traffico, l'impegno sul tema dell'Expo. Legambiente compare tra gli sponsor morali del Festival. Ecco cosa scrive il Corriere della Sera della posizione di Legambiente in quei giorni: scarica articoli.

15 maggio 2008: l'assemblea cittadina

"Expo 2015, ti voglio sostenibile", questo il titolo dell'Assemblea cittadina convocata da Legambiente a Milano per il 15 maggio 2008, ad un mese e mezzo dall'affidamento dell'Expo a Milano e quando ancora si viveva in città un clima positivo (scarica invito). Ma già cominciano anche le prime preoccupazioni, le prime grandi manovre di chi vuol speculare, le prime invidie e le prime avvisaglie di contrasti istituzionali che bloccheranno per un anno i lavori. Per questa ragione Legambiente, che si dichiara insieme "entusiasta e preoccupata", nell'assemblea pone in un documento 4 questioni precise (vedi versione integrale):
  • sui poteri commissariali: nessuna deroga su trasparenza e partecipazione,
  • sui quartieri Expo: edilizia "passiva" e rinnovabili,
  • un Expo irragiungibile in auto e un futuro quartiere "car free",
  • la richiesta di compensazioni ecologiche preventive.
Al convegno partecipano (vedi comunicato stampa): Andrea Poggio, vicedirettore nazionale Legambiente, Damiano Di Simine, Presidente Legambiente Lombardia, Beppe Gamba, ex Assessore provinciale, 'Torino 2006', Maria Berrini, Istituto di ricerche Ambiente
Italia, Gigi Forloni, Presidente Comitato Scientifico Legambiente Lombardia, Arturo Lanzani,
Politecnico di Milano, Andrea Di Stefano, Direttore rivista ‘Valori'. Intervengono inoltre: Marilena Adamo, Dario Balotta, Luca Beltrami Gadola, Luca Carra, Enrico Fedrighini, Lorenzo
Frigerio, Paolo Hutter, Pietro Mezzi, Mario Morganti, Paolo Pileri, Emanuele Patti, Costanza
Pratesi, Paolo Romiti, Claudia Sorlini, Mario Zambrini.
Vedi anche articolo Corriere della Sera di quel giorno.

31 marzo 2008: il BIE sceglie Milano

Comunicato stampa Legambiente: "Ha vinto un progetto di sostenibilità ambientale."
Con la vittoria dell'Expo 2015 Milano si candida a diventare un esempio di sostenibilità ambientale per tutti, Paesi occidentali e Paesi in via sviluppo: il progetto rappresenta l'occasione per testimoniare un nuovo modo di pensare la città, che sia capace di minimizzare il consumo di risorse energetiche e territoriali e di valorizzare il territorio che circonda l'area metropolitana milanese.
Le scelte urbanistiche compiute negli ultimi anni a Milano, come in molte altre città del Mondo, hanno prodotto ferite ambientali difficilmente sanabili, attraverso la cementificazione indiscriminata, la distruzione di aree verdi, la promozione della mobilità privata e del trasporto su gomma delle merci. Invertire la tendenza si può e si deve.
Legambiente ritiene che "il nuovo quartiere cittadino che sorgerà alle porte di Milano potrà essere un modello per tutti: un quartiere senza auto private, e fatto di mezzi pubblici non inquinanti; un quartiere in cui l'edilizia sarà basata sullo "standard passivo", senza dover ricorrere ai combustibili fossili per riscaldamento e raffrescamento; un quartiere in cui le emissioni climateranti legate all'evento Expo saranno compensate attraverso interventi di riforestazione".
Legambiente, partner di Milano Expo 2015, ha contribuito a caratterizzare secondo criteri di sostenibilità sia il progetto infrastrutturale che i contenuti dell'evento.

4 febbraio 2008: Al Gore sostiene Milano

Comunicato stampa nazionale Legambiente:
"Anche il premio Nobel per la pace Al Gore fa il tifo per Milano nella conquista dell'Expo 2015. Il progetto del capoluogo lombardo si distingue per essere all'insegna della sostenibilità ambientale anche grazie al contributo di Legambiente.
In proposito il presidente, Vittorio Cogliati Dezza, e il vicedirettore nazionale, Andrea Poggio, commentano:
“Legambiente, che ha partecipato all'elaborazione del Dossier di candidatura e si accinge a divenire partner ambientale del Comitato organizzatore, è orgogliosa dell'alleanza con il Premio Nobel della pace 2007! E' l'occasione per noi di ricordare le tre caratteristiche del progetto Milano-Expo che fanno la differenza con le altre città: 1) completa compensazione delle emissioni climalteranti dell'evento, 2) edilizia “passiva”, senza alcuna combustione di petrolio, 3) primo grande quartiere cittadino senz'auto. Una partita che vale la pena giocare sino in fondo!”

17 ottobre 2007: Appunti sul ruolo Legambiente

Maria Berrini, Presidente Istituto Ambiente Italia e direttivo nazionale Legambiente

Le scelte urbanistiche compiute a Milano e nella sua area metropolitana negli anni passati non sono certo andate nel senso che avremmo voluto. L’artificializzazione del territorio è aumentata... Anche i grandi eventi (Italia 90 e i Mondiali di Sci del 2005) per quanto temporanei, hanno prodotto ferite ambientali permanenti e disseminato ecomostri sul territorio...
Perché allora abbiamo deciso di “prestare il fianco” alla candidatura di Milano per EXPO2015, proponendoci addirittura come partner (come peraltro già fatto da Greenpeace International per le Olimpiadi di Sidney e dal WWF per quelle prossime di Londra)?
Semplicemente perché non ... vogliamo restare ai margini, costretti ad “aderire o sabotare”... Vogliamo utilizzare la funzione di partner della candidatura come opportunità per raggiungere obiettivi precisi e trasparenti. Obiettivi che crediamo di poter condividere anche con altre associazioni e soggetti interessati al futuro di Milano. Ecco i principali (edizione integrale scaricabile):
  • Incidere sulle prossime scelte urbanistiche del Comune, che deve vederci a pieno titolo, insieme ai cittadini e a molte altre associazioni, al tavolo della discussione.
  • Usare la prospettiva dell’EXPO per riqualificare in senso ambientale vaste aree del Parco Agricolo Sud Milano) e del territorio del nord e dell'ovest milanese già coinvolto dalla presenza della Fiera...
  • Orientare in senso ambientale la realizzazione e la gestione dell’evento…, la progettazione di padiglioni e strutture...
  • Ridurre al minimo gli effetti ambientali dell’evento, considerando anche le fasi del cantiere e della sua almeno parziale dismissione successiva e compensare le ricadute ambientali dell’intervento...
  • Definire i requisiti progettuali e tecnici per la realizzazione di un quartiere “senz’auto”,e “a basse emissioni”, ad altissima efficienza energetica, disegnato e realizzato utilizzando tecniche costruttive e materiali che riducano al minimo i fabbisogni di energia e valorizzino le possibilità di uso delle energie rinnovabili...
  • Rilanciare le aziende agricole per produrre alimenti di qualità, fonti di energia, biodiversità, paesaggio di qualità, accoglienza....
  • Finalizzare l’evento (in modo più netto di quanto non sia nell’attuale definizione tematica) all’attuazione della Campagna del Millennio dell’ONU...
Ci piacerebbe non essere i soli a muoverci in questo modo e quindi crediamo che la nostra debba essere una partnership potenzialmente allargabile a molti altri alleati, che condividono i nostri obiettivi....

domenica 1 marzo 2009

ottobre 2007: Repubblica e Corriere su partnership Legambiente

"Navette elettriche e padiglioni geotermici" di Giuseppina Piano del 7 ottobre 2207 (scaricalo completo) "Vietato arrivarci in macchina. La promessa, nel dossier con cui Milano si candida a ospitare l' Expo nel 2015, è quella di un evento ecosostenibile ed ecocompatibile. Tra bus navetta elettrici e una flotta di mezzi a idrogeno per le migliaia di persone che all' Esposizione lavoreranno. Pannelli solari ed «edilizia passiva» per edifici totalmente «verdi», un parco di 500mila metri quadrati. Ma soprattutto, il bando alle auto. La nuova area fieristica a Rho-Pero (e il nuovo quartiere che nascerà dopo l' Expo) sarà una gigantesca isola pedonale. Dove 29 milioni di persone potranno arrivare solo con il mezzo pubblico. Una «low emission zone» di circa due milioni di metri quadrati, la chiama il dossier con cui Letizia Moratti si candida a ospitare l' Esposizione. E un «sistema di regole e politiche che producano un evento a impatto-zero». Per preparare il progetto il sindaco ha voluto la collaborazione di una voce credibile e bipartisan come Legambiente e l' associazione ambientalista diventerà partner del Comitato di preparazione dell' Expo. Perché per dirla con Andrea Poggio, il vicedirettore nazionale di Legambiente, «noi siamo per l' ambientalismo dei sì». E se per l' ambiente «l' Expo può essere un rischio, ma è anche e soprattutto una grande opportunità: la scommessa che abbiamo deciso di accettare è far sì che questo evento possa migliorare la qualità della vita di Milano e di noi tutto». Sfruttare l' Expo per migliorare l' ambiente, non per peggiorarlo..."

Di tenore analogo gli articoli del Corriere (scaricali completi).

Settembre 2007: Legambiente partner dell'Expo?

Possibile, su progetti mirati e concordati. Legambiente ha deciso, poco prima della presentazione del Dossier di candidatura, di rispondere positivamente ad una richiesta del Comitato Promotore e del Sindaco di Milano Letizia Moratti, per diventare partner di Milano Expo 2015. La lettera firmata dal Presidente nazionale di Legambiente viene di conseguenza allegata al Dossier di candidatura inviato al BIE: è possibile scaricarla qui.
Alla base di tale disponibilità sta la bontà, secondo noi, del Dossier di candidatura. Anche nel confronto con le proposte di Smirne, principale concorrente internazionale di Milano. E' vero che nel dossier di Milano si da per scontato che verranno realizzate entro il 2015 molte grandi opere non condivise da Legambiente (come l'autostrada "Brebemi" o la "terza pista" di Malpensa). Ma nessuno delle opere considerate indispensabili per l'Expo e tutte quelle finanziate secondo il Dossier di candidatura (vedi tabella ufficiale) comprende opere criticate dagli ambientalisti. Sarà vero? Lo vedremo.

martedì 24 febbraio 2009

Agosto 2007: Legambiente sul dossier di candidatura

Ecco il testo (scarica pdf) delle proposte che Legambiente mandò al Comitato di candidatura nell'agosto del 2007. Dopo un paio di incontri con lo staff concentrato nella stesura finale del dossier, Legambiente, giudicando già molto positivo il progetto in corso di definizione, inviava il testo delle ultime richieste di integrazione e miglioramento, di cui si è tenuto conto, nella stesura finale, solo in parte, visti i tempi molto stretti.
Il "Dossier di candidatura" consegnato al BIE nel settembre 2007 si trova sulla rete solo in inglese sul sito ufficiale di Milano Expo e in francese (messo in rete da noi).
Ecco una rapida sintesi delle principali tematiche affrontate:
  1. Introduzione: l'Expo dovrà lasciare Milano e il Mondo più belli di prima, con quartieri zero carbon e senz'auto, valorizzando le aree agricole della città e dell'hinterland.
  2. Trasporti: oltre alla stazione ferroviaria della Fiera, prevedere una fermata del Passante Ferroviario , collocata a sud del nuovo quartiere dell'Expo, con un parcheggio (auto e biciclette) e parcheggi di prossimità alle stazioni della metropolitana al servizio del nuovo quartiere e dei pendolari provenienti dai comuni della Provincia di Milano.
  3. Verde e mitigazioni: all'interno del recinto espositivo, 40.000 tra alberi e arbusti, ricorrendo alla tecnica del 'preverdissement', ovvero la realizzazione degli spazi verdi sarà anteposta a quella dei manufatti e degli edifici.
  4. Vie d'acqua: per non interferire con il delicato equilibrio dei corsi d'acqua e degli scambi con la falda, gli interventi previsti, non si proporranno nuove vie d'acqua, bensì il ripristino della fitta rete di canalizzazioni e rogge, alimentate da centinaia di 'fontanili', e la rete principale dei derivatori del canale Villoresi, proveniente dal fiume Ticino.
  5. I nuovi quartieri dovranno rispondere alla classe energetica più alta (edilizia passiva) e ad essere alimentati completamente con il ricorso ad energie rinnovabili (solare, geotermico, biogas e biocombustibili). Saranno quartieri "car free".
  6. Ricettività turistica: un apposito piano di valorizzazione delle aziende agricole della città e della Provincia di Milano per renderli idonei all'accoglienza turistica, ed aumentare considerevolmente la disponibilità di posti letto anche per il futuro turismo milanese (incentivo per ecolabel).
  7. Parco Sud: cogliendo l'occasione della compensazione forestale ci si potrà proporre di ricostruire l'arredo rurale di una vasta area, indicativamente di estensione pari a 1000 ettari, che funga da collante verde tra la cintura urbana ovest di Milano con i suoi grandi parchi (Boscoincittà, Parco delle Cave, Parco di Trenno, Parco dei Fontanili di Rho) e i comuni della prima cintura.
  8. Eredità dell'Expo: il nuovo quartiere residenziale che sorgerà dopo la fiera, dotato di servizi di prossimità al fine di potersi mantenere "car free".